Valmalenco Ultratrail: passione e sacrificio penetrano più in profondità della pioggia
Quando lo spirito di un trailer è più forte del maltempo: il racconto di un lungo viaggio
Prima ancora di offrirti tè, sali e biscotti, al ristoro il volontario ti squadra da capo a piedi mentre ti avvicini e, appena sei davanti a lui, ti fissa dritto negli occhi: “Tutto bene?”. L'interesse è lecito, una forma di attenzione per nulla … formale. Ti fa sentire protetto come e forse più del dispositivo gps che il tuo compagno di squadra ti ha frettolosamente infilato nello zainetto al cambio staffette. Permette alla cabina di regia della corsa di localizzarti più o meno dappertutto in mezzo alle montagne ed ai tuoi amici di seguire la tua corsa (vabbeh, il tuo cammino), e così venire a prelevarti all'appuntamento con Andrea V., terzo e decisivo frazionista dello Sky Team Ventina.
Eppure quella domanda suona superflua. Ma come tutto bene? Certo che sì. Aspetto esteriore a parte, mi sento in paradiso: sto correndo - con moderazione - su per il pendio nella luce incerta dell'alba, poi giù a perdifiato nella foresta umida e profumata, sto praticamente gattonando sulle pietraie più ripide. Butto giù il tè caldo (la bocca dello stomaco è attualmente chiusa anche per una sola manciata di uvetta, ma questa la pagherò …) e riparto. Tra i ricordi più vivi della VUT (Valmalenco Ultra Trail), questo è uno dei più vividi ma non il più acuto.
Continua...